sabato 7 dicembre 2013

eDrive o Hybrid, ottime soluzioni

Da oggi anche BMW presenta il suo veicolo eco-sostenibile, dopo Lexus, Citroen, Kia, Hyundai, Volkswagen, la confermata Toyota, esce Bmw i3 la citycar sportiva, accativante e giovanile, interamente elettrica e quindi ecosostenibile. Quest'ultima casa produttrice garantisce: sicurezza, design e vasta gamma di accessori e facile da caricare. Bmw i3 ha acquisito un motore eDrive ossia eletric drive, ''trazione elettrica''. Necessita dell'accessorio Wallbox Pure per dare la possibilità al proprietario di poterla caricare comodamente nel proprio garage. Come avere una pompa di benzina nelle mura domestiche, ma abbattendo costi notevolemente, sì, s'investe di più sul veicolo ma si risparmia con gli anni, evitando i continui rincari dei carburanti come diesel e benzina e sempre più diffuse metano e gpl. 

Bmw cita:  Reinventare la mobilità urbana significa andare molto oltre il concetto di spostamento agile e rispettoso dell'ambiente. Il risultato: BMW i3, che col suo design visionario definisce ciò che sarà l'automobile del domani.
Il suo innovativo motore elettrico eDrive è stato sviluppato nel quadro della tecnologia EfficientDynamics e non è semplicemente ad emissioni pari a zero, ma offre un'esperienza di guida incomparabile e praticamente silenziosa. Con questo motore, grazie ai servizi intelligenti ConnectedDrive, si giunge alla meta in modo semplice e confortevole. 

Quindi la casa punta anche sul comfort e quanto può essere silenzioso un veicolo così. La casa produttrice Toyota usufruisce, invece,  di motori Hybrid, dotato di due sistemi di propulsione, ad esempio motore elettrico con motore termico, l'accoppiata più diffusa. Pensiamo al rumore del traffico sulle nostre strade e compariamolo a un mondo con soli veicoli ibridi o elettrici...  shhhhh... sentireste solo più animali nei parchi e bambini giocare. Per incentivare gli acquisti Toyota offre parcheggio in zone a pagamento e come le altre case produttive l'accesso alle zone a traffico limitato nei nostri comuni. Ecco i vantaggi Toyota: Vogliounalternativa, vantaggi dimostrati.

Hi-tech ecosostenibile

Set Computer Bamboo. Questo set computer amico dell'ambiente è prodotto con bamboo. Un 

albero di bamboo cresce molto velocemente e non necessita di molto tempo per la potatura e 

per questa operazione viene impiegato meno tempo rispetto alla tradizionale potatura di altri 

alberi. Il set include mouse ottico, un HUB con 4 porte USB 2.0 e una penna a sfera.




Cover for IPhone in Bamboo
Chiavetta USB in legno






Ricarica batteria solare XD Design, struttura in 


ABS nera con pannello solare (dimensione 7,5 x 

7,5 cm) batteria ricaricabile al litio 1300mAh, 

ingresso mini-USB e ingresso USB, in 

dotazione cavo mini-USB, Led di ricarica (è 

verde quando è in carica con mini USB o luce 

solare, e si spegne a carica completa).


Tree solar in Bamboo
















venerdì 6 dicembre 2013

Chicza viene dalla terra, e ritorna alla terra


La gomma da masticare Chicza, completamente biodegradabile, ha vinto nella categoria Start up. Queste gomme vengono da una pianta messicana e la sua coltivazione biologica permette di lavorare a duemila agricoltori nella seconda foresta più grande al mondo per estensione. La cicca non si attacca come le gomme tradizionali, è quindi molto più facile rimuoverla dalle strade permettendo ai comuni di risparmiare sulla manutenzione urbana. Inoltre non contiene aspartame, glutine e lattosio.



Chicza è completamente biodegradabile, perché è naturale al 100%. Ciò che viene dalla terra viene restituito invariato facilmente. L'albero Sapodilla (Manilkara zapota), che da il lattice di gomma da masticare, è un'altra delle molte specie della biomassa delle foreste tropicali, trasforma l'anidride carbonica atmosferica in ossigeno. Mentre alle latitudini settentrionali e meridionali ci sono gli alberi che perdono le foglie in inverno, il ruolo chiave di queste foreste è che durante l'anno sono sempre verdi e catturano il carbonio. E' per questo motivo che sono considerate, non solo come il polmone del nostro pianeta, ma anche come un “condizionatore d'aria”.


La cattura del carbonio, combinata con l’idrogeno, prende molte forme differenti nelle piante. Una di queste è il lattice prodotto da un piccolo gruppo di piante che comprende una gamma che va dalle erbe come l’ euforbia a alberi di grandi dimensioni come i Chicozapotes. Il lattice è essenzialmente lacqua in una percentuale che può variare dal 50% al 70% a seconda della stagione.
Nella parte solida ci sono piccole quantità di proteine, carboidrati, lipidi, costituenti inorganici, acidi, in particolare amminoacidi, e poliisoprene. Mentre l'isoprene si forma naturalmente nelle piante e negli animali ( l'idrocarburo più comune che si trova nel corpo umano), il poliisoprene mette in evidenza una peculiarità utile: si tratta di elastomeri la cui struttura chimica li rende molto flessibili e in grado di tornare alla sua forma originale dopo essere stata allungata. Questo è ciò che rende le qualità di una gomma, il prodotto più popolare ottenuto dal lattice.
In tutto il mondo, diversi alberi tropicali vengono utilizzati come fonte per la gomma: Hevea spp. è la più comune ma è anche spp Castilla e Manihot spp. in America tropicale, elastica e Funtumia spp Landolphia, in Africa, Ficus elastica in Asia. Gli alberi della gomma sono un pò diversi da quelli dei Chicozapote. Solo un paio di specie di piante sintetizzano poliisoprene in una configurazione trans. Gomma da masticare, guttaperca (gutta Pallaquium), e Balata (Manilkara bidentata) sono tipicamente rappresentativo di piante trans-poliisoprene-sintesi. Tra questi, l'albero di Chicozapote è unico per la sua miscela unica di poliisoprene che da una sostanza non tossica, idrofila, non vulcanizzabile.
Questa funzione è esattamente ciò che ha scatenato la riscoperta della gomma da parte di Thomas Adams nel 1866. L'ex dittatore messicano Santa Ana, in esilio negli Stati Uniti, stava cercando di fare affari con Addams con il lattice di alberi sapodilla messicani; la sua intenzione era quella di utilizzarla per le ruote delle carrozze per rendere più confortevoli i viaggi. Due tonnellate furono portate a New York per fare delle prove. Fu impossibile trasformarlo in gomma per le ruote. Mr Adams era nei guai con 2.000 chili di lattice chicle che erano diventati inutili per lo scopo previsto. Si ricordò che Santa Ana aveva detto che in Messico le persone utilizzano questa gomma per masticare (che lui stesso era un cliente abituale). Si racconta la storia come Adams ha avuto l'idea di addolcire e dare sapore alla gomma da masticare molto simile a quello che conosciamo oggi.
Tuttavia, la maggior parte delle gomme da masticare che si producono oggi sono un prodotto industriale che utilizza polimeri a base di petrolio come sostituto della gomma naturale. Per la gomma da masticare poche Aziende sono rimaste naturali e quindi sono considerate tra le migliori, utilizzano, comunque, solo una piccola quantità combinata con gomme sintetiche. Questo è il motivo per cui queste gomme da masticare sono diventate un pericolo per l'ambiente e la salute. Come masticatori di gomma molti sono consapevoli del fatto che i polimeri di gomma artificiale, con noncuranza scartati su una panchina, tendono sempre di finire sull'asfalto.Per essere un prodotto che parte da una gomma organica, Chicza è tutta naturale ed ha tutte le virtù di un materiale biodegradabile, innocua, solubile in acqua, non adesiva. Facilmente si decompone e si biodegrada combinata con enzima batterico alla fine diventa polvere e torna alla terra, come il legno marcio, foglie cadute e molti altri elementi che arricchiscono il terreno.











martedì 3 dicembre 2013

Batbox per Trofarello



Il comune di Trofarello ha deciso di combattere le zanzare con un metodo alquanto singolare. Dopo le numerose lamentele dei cittadini nei mesi scorsi, per il prossimo anno, il sindaco Gian Franco Visca ha deciso di acquistare 100 batbox, casette per pipistrelli: <<Si dice che ognuno di questi volatili mangi 2000 di questi insetti al giorno, questo esperimento è stato attuato già a Firenze e Milano e si dice funzioni>>. La spesa è di 2000 euro. <<Altri metodi come la disinfestazione chimica non hanno dato i risultati sperati>>. Le casette verranno posizionate in tutte le strutture pubbliche e quelle in esubero saranno concesse in comodato ai cittadini che ne faranno richiesta. 

lunedì 2 dicembre 2013

Green Heart per lavare

IL PRIMO CENTRO DI LAVAGGIO ECOLOGICO IN ITALIA


Da ormai 12 anni il laboratorio IRIDE, è leader del lavaggio. Utilizziano il GREEN HEART, un liquido secco non tossico a base di silicone con le proprietà di non logorare i tessuti e di non sbiadire le tinte ma di ravvivarne i colori ad ogni lavaggio. Non indurisce e non scioglie fibbie, bottoni e quant'altro c'è di sintetico sui capi d'abbigliamento (inserti in ecopelle, applicazioni stampate, ecc....). Abbinando tutto cio' ad una ottima smacchiatura dei capi, al lavaggio ad acqua e ad una stiratura tradizionale diamo un servizio qualità-prezzo senza uguali.

giovedì 28 novembre 2013

Dall'organico al combustibile in due passi


Finalmente una buona notizia: tra qualche anno il pieno si potrà fare direttamente… in discarica, con un notevole risparmio non solo in termini economici, ma anche ambientali. 
Un team di ricercatori degli Argonne National Laboratory (ANL) ha infatti recentemente messo a punto un bioreattore portatile in grado di convertire rifiuti di diverso tipo in un carburante ecologico che può essere immesso direttamente nei serbatoi dei veicoli e dei generatori diesel. 
La produzione di biocarburante dai rifiuti non è certo una novità: già da anni sono in funzione in diversi paesi, Italia inclusa, speciali impianti per la produzione di biogas. Il bioreattore degli ANL produce invece un combustibile liquido che può essere utilizzato senza problemi sia da solo, sia insieme al diesel tradizionale, senza bisogno di apportare alcuna modifica ai motori.

Batteri con i superpoteri
L’Endurance Bioenergy Reactor (questo il nome del bioreattore) può digerire scarti di legno, rifiuti alimentari, erba, fogliame, liquami di fogna e trasformarli in fitolo, un alcool con caratteristiche fisiche e chimiche molto simili a quelle del normale gasolio.
Il segreto di questa scatola magica sviluppata da Phil Laible e dai suoi collaboratori è una famiglia di batteri fotosintetici costruiti in laboratorio che si nutrono di rifiuti organici e producono, come scarto, il prezioso combustibile.
Il progetto è frutto di una collaborazione tra gli Argonne National Laboratories e la US Air Force, che è molto interessata a trovare una soluzione pratica per rendere le truppe dislocate in zone "calde" il più possibile indipendenti dai rifornimenti di carburante. Secondo una statistica dell’esercito a stelle e strisce il 15% degli incidenti subiti dai militari americani in Iraq coinvolge personale di scorta ai convogli di combustibile.

Indistruttibili o quasi
I batteri prodotti dagli scienziati sono inoltre molto resistenti: una volta disidratati per congelamento possono essere spediti in tutto il mondo e sono già pronti all’uso. Basta immergerli nella vasca di fermentazione e grazie all’energia tratta dalla luce possono immediatamente iniziare la loro preziosa digestione.
La tecnologia sembra promettente anche per utilizzi civili,soprattutto nelle zone colpite da catastrofi naturali: un po’ di immondizia e qualche bioreattore potrebbero dare, nel giro di poche ore, corrente elettrica, acqua calda, luce e riscaldamento a un ospedale da campo o a un rifugio d’emergenza.
Secondo gli scienziati un singolo bioreattore potrebbe essere operativo 2-4 giorni dopo la sua installazione e dal quel momento sarebbe in grado di produrre 100-200 litri di fitolo al giorno.





Articolo de focus.it

mercoledì 27 novembre 2013

Ikea per Natale


In vendita da domani l’albero di Natale IKEA che sostiene il WWF. A partire dal 22 novembre chi acquisterà la propria pianta presso uno dei 20 negozi della catena svedese sparsi lungo il territorio italiano potrà contribuire ad aiutare l’oasi WWF di Cratere degli Astroni, in Campania. L’acquisto dell’albero di Natale è solo la prima parte. Al fine di permettere al WWFdi vedere aiutata la propria oasi napoletana è necessario che gli alberi vengano restituiti presso il centro IKEA dove sono stati acquistati. Così facendo ai consumatori spetterà un buono pari all’ importo dell’acquisto (14,99 euro) mentre all’ associazione andranno 2 euro. Ai propri clienti IKEA offre la possibilità di contribuire con ulteriori 2 euro al progetto WWF, scaldandoli in questo caso dall’ importo del proprio buono spesa (che diventerà da 12,99). Il periodo previsto per la restituzione degli alberi acquistati andrà dal 4 al 12 gennaio, mentre il buono potrà essere utilizzato dal 13 gennaio al 2 febbraio. L’oasi WWF Cratere degli Astroni risale all’epoca borbonica e rappresenta uno spettacolare esempio di unicità. All’interno del cratere di un antico vulcano ha trovato spazio una delle ultime foreste mediterranee a farnia nell’area meridionale italiana. Un ambiente a rischio che necessita di un piano di conservazione a tutela della flora come delle specie faunistiche presenti. Il progetto spera quest’anno di migliorare i già incoraggianti risultati ottenuti negli anni passati.    

Gli alberi restituiti dai clienti IKEA negli ultimi 9 anni sono stati più di 150 mila, utilizzati poi per la realizzazioni di fertilizzante naturale o pannelli truciolari. La percentuale di restituzioni lo scorso anno è stata superiore al 50%, con la donazione nel 33% dei casi anche degli ulteriori 2 euro. Un totale di 47 mila euro serviti al WWF per sostenere gli Orsi Bruni Marsicani.



                                                                                                                                          Articolo de greenstyle.it e Ikea.com

martedì 26 novembre 2013

Londra: riscaldamento dalla metro

Oltre 460 chilometri di linea metropolitana, che genera quantità di calore enormi: con inverni rigidi come quelli londinesi, una fonte di energia come questa dev’essere sfruttata. Era questo l’obiettivo che si era posto il sindaco di Londra, Boris Johnason, quando lo scorso luglio ha redatto il piano per fornire calore a 500 abitazioni del quartiere di Islington. 
La sperimentazione della Bunhill Heat and Power permetterà un notevole taglio dei costi per famiglia e una riduzione della CO2 pari a 500 tonnellate annue. In realtà, il piano di sfruttamento del calore di scarto proveniente dalle attività dislocate lungo le linee metropolitane è stato già attuato per 700 abitazioni, con il sostegno di Bruxelles: dall’Unione Europea è arrivato un finanziamento da 1 milione di sterline per il pre test degli impianti. A questo si andrà a sommare un ulteriore finanziamento da 2,7 milioni di sterline dal Consiglio di Islington, che permetterà di estendere l’esperimento a ulteriori 500 case del quartiere. Attuato in collaborazione con l’UK Power Networks e la Transport for London, Bunhill Heat and Power sfrutterà il calore della Northen Line: La metropolitana di Londra genera grandi quantità di calore, che saranno catturate da un pozzo di ventilazione adiacente alla Northern Line e incanalate nella rete che riscalda le case del quartiere.Non solo: Martin Wilcox, responsabile delle reti alla UK Power Networks, ha spiegato che gli “hot spot” possono essere sfruttati in varie parti della città, dalle centrali elettriche alle fabbriche, dagli uffici ai centri commerciali, fino alle reti fognarie. Anche il calore che generano queste attività potrebbe essere convogliato e riutilizzato. Il progetto della Bunhill Heat and Power fa parte di un piano più ampio, annunciato nel rapporto di luglio: produrre almeno il 25% dell’energia complessiva necessaria alla metropoli grazie a “fonti decentrate” entro il 2025.



Articolo de greenstyle.it

lunedì 25 novembre 2013

Camere d'aria


Accessori e abbigliamento
Se vi piacciono gli ecogioielli, non possiamo proprio rinunciare a questo genere di riciclo. Ritagliando e incollando opportunamente le camere d’aria, possiamo trarne degli accessori per rendere il nostro look fuori dalle righe e allo stesso tempo amico dell’ambiente. Collane, anelli, orecchini di ogni tipo: è sufficiente seguire le ultime tendenze e il gusto personale. Se ci serviamo anche di bottoni, pezzetti di stoffa, perline, possiamo riuscire ad avere degli oggetti unici. Si tratta anche di un modo per interpretare la realtà. Ne è un esempio il lavoro di Lorena Giuffrida
un’artista italiana che abbiamo incontrato all’edizione passata della manifestazione So critical so fashion. Parte dai materiali di scarto delle biciclette, per creare collane e braccialetti, con l’aggiunta di altri “reperti” come ad esempio i galleggianti delle boe. Innovazione e artigianato made in Italy partendo dal riciclo creativo. Un altro porgetto molto interessante è quello portato avanti da dei ragazzi di Torino, con Crosser. Dalle camere d’aria si creano infradito, pezzi di borse, bigiotteria e tanto altro ancora. Le loro creazioni hanno avuto un posto di rilievo durante la manifestazione Fa’ la cosa giusta. Per ciò che riguarda l’abbigliamento possiamo usare l’esempio della linea di moda ideata da uno stilista olandese, il quale ha pensato di sfruttare il carattere impermeabile delle camere d’aria per dei resistenti costumi da bagno.





Mnmur  nasce a Torino nel 2008 con un approccio al design basato sulla sostenibilità e sulla manualità artigiana. 
Elementi fondamentali del processo creativo sono un’attenta ricerca formale e la sperimentazione diretta su materiali di scarto; questo consente di verificare la fattibilità delle idee, di evolvere i modelli ottenendo a volte risultati del tutto casuali che portano ad avere grandi soluzioni. 
mnmur realizza i propri oggetti a mano e in piccoli numeri, recupera e reinventa tecniche di lavorazione appresi in maniera autodidatta.
L’autoproduzione è il sistema applicato nella gestione dell’intero processo progettuale, questo rappresenta un allontanamento dal mercato di massa, dallo sviluppo del business e dalla omogenizzazione del prodotto per una più concreta espressione della propria individualità, creatività e responsabilità etica.
Le creazioni si basano sull’idea di praticità e funzionalità e sono pensate per offrire un prodotto che duri nel tempo e di elevata qualità. 
Tutti i prodotti sono fatti a mano, creati a partire da semplici forme geometriche, caratterizzati da un gusto per i dettagli inattesi e dal tocco personalissimo che rende ciascun pezzo unico.
L’estetica è lineare, minimalista, lo stile è contemporaneo con accenni vintage. Tutta la linea è monocromatica, contraddistinta da una ricerca grafica della composizione o dall’inserimento di colori che creano netti contrasti con il materiale.
mnmur crea una collezione di modelli che parlano sia agli uomini che alle donne, indossabili in ogni occasione, ciascuno con una storia dentro.

mnmur progetta e realizza una collezione di borse e accessori principalmente dal riciclo di camere d’aria di bicicletta.
Fonte principale di ispirazione è la cultura urbana e l’ambiente circostante.


venerdì 22 novembre 2013

Caffè km zero

Un caffé a km zero ricavato da un vecchio treno: mirabile esempio di ecodesign e riqualificazione urbana.
Insomma, il concetto di riciclo e riuso qui è davvero vivo: se farete un gior dalle parti di Londra, non mancate di fare una puntatina al caffé a km zero nel vecchio treno.

Da fans della riqualificazione urbana, e ve ne parliamo spesso, perché crediamo che si possa rendere le nostre città più vivibili, per non distruggere e cementificare, anzi, ricostruendo con intelligenza. E così, dopo avervi portato a Roma, dove il verde incolto diventa un orto, o a New York, dove la vecchia ferrovia è ora un favoloso giardino pensile, approdiamo ora a Londra per un altro esempio di design sostenibile: qui, su un vecchio treno restaurato e rimodernato, potrete gustare un ottimo caffè e tanti buoni prodotti a chilometri zero.
Siamo nel Southeast della capitale inglese e il progetto di cui vi parliamo è il Deptford Cafe, un vagone ristorante ormai dismesso, senza le rotaie, trasformato in un bellissimo locale, vicino all'omonima stazione, dallo Studio Myerscough. I treni, si sa, hanno un fascino intramontabile: dai finestrini tutto sembra più bello, perfino la pioggia battente di Londra può diventare romantica! E mentre si sorseggia una bevanda calda, si possono anche acquistare o mangiare i prodotti del commercio equo e solidale, o degustare cibi preparati esclusivamente con ingredienti locali – come si dice, a chilometri zero.
In più, il locale ha un affascinante tocco vintage, e un tono colorato e accogliente negli arredi, con tanto di bancone, divanetti e appendiabiti, senza dimenticare di essere in un vagone. il caffè, inoltre, fa parte di una comunità creativa chiamata, per l'appunto, “Progetto Deptford”, che comprende anche studi di designer, un giardino comune e un cinema all'aperto ai cui spettatori vengono fornite cuffie per vedere il film senza disturbare i vicini con rumori, seduti su sedie di pallet riciclati sotto stupefacenti ombrelloni, realizzati con vecchi paracaduti rosa.




Articolo de yeslife.it

giovedì 21 novembre 2013

Neo Bankside

Chi l’ha detto che per vivere “eco” ci si debba per forza trasferire lontano dai centri urbani? Il complesso per la NEO Bakside, ultimato a Londra alla fine del 2012, è forse l’esempio più riuscito di edilizia sostenibile anche in un contesto cittadino. Questa costruzione, realizzata dallo studio Rogers Stirk Harbour + Partner, ha, tra le altre caratteristiche, quella di avere ampie vetrate che massimizzano l’illuminazione naturale e vetri basso emissivi.




Rappresenta una delle icone del residenziale di lusso londinese il complesso Neo Bankside, progettato dal premio Pritzker Richard Rogers in posizione attigua alla Tate Modern, sulla riva meridionale del Tamigi. La zona di Bankside è una delle parti più antiche di Southwark, area cittadina che negli ultimi anni è stata soggetta a grandi processi di trasformazione e rigenerazione urbana, incoraggiato dalla realizzazione di interventi quali la Tate Modern, il Globe Theatre e il Millennium Bridge. A soli sei minuti a piedi dalla fermata della metropolitana, il complesso Neo Bankside comprende cinque edifici (alti da 6 a 24 piani), il primo dei quali (articolato su 12 piani) è stato consegnato nel gennaio 2011. 199 le unità  abitative, 34 delle quali dedicate al social housing. Si va dai monolocali per finire agli attici con quattro camere da letto, per una superficie totale di 28.600 metri quadri. Il costo medio di un appartamento si aggira sui 6 milioni di euro. A livello stradale sono inseriti gli spazi retail per un totale di 1.044 metri quadri. Una reception comune per tutti gli edifici è collocata nel punto centrale dello schema, alla base del più alto tra gli edifici del complesso. Nelle aree comuni del complesso sono previste sale da the, spa, area wi-fi per internet e sicurezza 24 ore su 24. Un ulteriore livello interrato dedicato a impianti e magazzini è posto sotto l’intero lotto. L' acquisto di un posto auto in garage si aggira sui 95mila euro.
Il progetto adotta un linguaggio contemporaneo che risponde creativamente all’articolazione e alla varietà  cromatica del contesto architettonico, mediando tra i diversi stili architettonici e le scale che caratterizzano l'area. Questa varietà  è in qualche modo ripresa attraverso i materiali costruttivi utilizzati, che vanno dai mattoni dai toni caldi simili a quelli degli edifici vittoriani della Southwark Street e della Tate Modern, al rigore fatto d'acciaio e vetro del complesso a funzione terziaria del Bankside 1/2/3 progettato da Allies and Morrison, spiegano da Rogers Stirk Harbour & Partners. 

La controventatura esterna conferisce profondità  visiva alle facciate del complesso, ammorbidite dalla presenza di schermi lamellari in legno, posti tra i due strati della pelle  a doppio involucro vetrato ed alternati a solidi pannelli coibentati, dai colori caldi.


Articolo de paperblog.com

mercoledì 20 novembre 2013

Original Marines

Un marchio come ad esempio Original Marines, leader nel settore della moda bimbi in Italia, ha disegnato una linea completamente ecosostenibile e disponibile in tutti i suoi punti vendita, che, per altro, aumenteranno anche in quello che rimane dell’anno in corso, con l’apertura di 30 nuovi negozi in tutta Italia nel 2013.


L’abbigliamento proposto per queste linee, che tengono in conto non solo i più piccoli, ma anche il loro futuro, consistono in capi biologici al 100%, che lasciano traspirare la pelle diminuendo il rischio di fastidio o irritazione, essendo oltretutto privi di agenti chimici potenzialmente tossici.
I tessuti più utilizzati sono quindi cotone e lino, derivati da coltivazioni controllate e che permettono ai tessuti di essere recuperati e riciclabili, cosa davvero importante quando si tratta di bambini, in continua crescita, che quindi indossano i capi solo per brevi periodi, prima che diventino troppo stretti e inutilizzabili.
Così, il rapporto qualità/prezzo migliora ancora di più. Perché, oltre che a grande stile e design, ottimi tessuti e prezzi molto accessibili, l’ecosostenibilità rende questi capi ancora più interessanti e apprezzabili.
Ad ogni modo, Original Marines non è l’unico brand che lavora in tal senso. Sono infatti tantissimi i marchi che si stanno orientando su una scelta che sia responsabile, non solo socialmente nei confronti dei loro clienti e dei lavoratori, ma anche ecologicamente, salvaguardando l’ambiente e i luoghi dove si trovano i loro stabilimenti di produzione.





Articolo de yeslife.it

martedì 19 novembre 2013

Canapa life



Sin dall’ antichità, la pianta di canapa è stata utilizzata come materia prima per tessuti pregiati. La sua coltivazione offre maggiori vantaggi a livello d'impatto ambientale rispetto

alle altre fibre naturali, in quanto la pianta non richiede pesticidi ed erbicidi, è in grado di rigenerare il terreno, ed è utilizzabile in tutte le sue parti.  Esistono diversi tipi di canapa; in generale, si distingue tra la cannabis sativa (o industriale) e la cannabis indica. La prima, utilizzata anche per la produzione di tessuti, non contiene il principio psicoattivo THC, a differenza della cannabis indica.



La storia
La pianta di canapa si diffuse spontaneamente a partire dalle regioni dell'Asia orientale, circa 5000 anni fa. 
Anche in India l'uso della canapa fu introdotto sin dall'antichità: era usata durante le cerimonie religiose, per la meditazione, per le sue proprietà curative, per la fibra, l'olio e come alimento.
La canapa, inizialmente, fu sfruttata per le sue proprietà mediche.
Intorno al 100 a.c. s'iniziò a utilizzarla per la produzione di carta.
La canapa giunse in Medio Oriente e in Europa attraverso le migrazioni delle tribù nomadi dell'Asia centrale, in particolare tramite gli Sciiti.
Nell’ antico Egitto si diffuse rapidamente e usata in medicina.
In Europa, a partire dal V secolo a.c. s'iniziò a coltivare la canapa in Norvegia, Svezia e Germania e nella Gran Bretagna celtica.
Esistono diverse testimonianze storiche: il greco Erodoto (484- 425 a.c.) la cita nella descrizione dei riti funerari, nell'Antica Roma Dioscoride, il medico di Nerone, citava la canapa in diversi scritti riguardo ai suoi usi medici (512 d.c.) e Plinio il Vecchio (23-79 d.c.) ne annotava l'uso per vele e cordame.
Dopo il 1500, cominciò a essere coltivata anche in America; in Messico, coltivata dai contadini, era chiamata marijuana e da lì fu diffuso il suo uso psicotropo negli Stati Uniti. La canapa è stata utilizzata come materia prima in vari settori fino alla metà del XX secolo. Fino a quel momento l'Italia era uno dei principali paesi produttori mondiali – seconda solo all’Unione Sovietica - con quasi 100.000 ettari coltivati all'anno. Dopo gli ann '50 la sua cultura cominciò a essere abbandonata per diversi motivi tra cui la sostituzione della navigazione a vela con la navigazione a vapore, l'introduzione di fibre tessili producibili a minor costo sia sintetiche (nailon e raion) che naturali (juta, sisal, cotone), la campagna nei confronti della canapa da droga.
Inoltre nel 1961, l'ONU impose agli stati aderenti di estirpare i campi coltivati a canapa, avendola classificata tra le sostanze stupefacenti.
In realtà il divieto riguardò solo la cannabis indica e non anche la canapa industriale (cannabis sativa) che, non contenendo il principio psicoattivo, non ha effetti stupefacenti. Tuttavia le leggi proibizionistiche applicate in Italia vietarono la coltivazione di entrambe, data la difficoltà nel distinguere le due varietà in base a caratteristiche morfologiche. Negli ultimi decenni, si è assistito, ove possibile, alla reintroduzione della coltura della canapa, grazie ad un rinnovato interesse verso le materie prime naturali, non allergiche, ecologiche.


In Italia il primo passo verso la reintroduzione della coltura della canapa risale al 1995, quando il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali commissionò uno studio sulla canapa da fibra finalizzata a sviluppare un metodo per determinare il contenuto di cannabinoidi e, soprattutto, a selezionare varietà della pianta che permettessero di distinguere la canapa industriale da quella psicoattiva. 
Nel 1999 è stato fondato a Ferrara il Consorzio CANAPAITALIA che riunisce le aziende impegnate nella reintroduzione della canapa sativa.
A livello di comunità europea, dal 2000 è stato stabilito un decreto ministeriale che prevede un sostegno a favore dei coltivatori di alcune piante da fibra, tra cui le varietà di canapa con THC non superiore allo 0,2%.


Benessere di chi indossa la canapa
Il tessuto è morbido e confortevole da indossare.
Il tessuto in canapa, grazie alla sua fibra cava, è fresco in estate e caldo in inverno.
È in grado di assorbire l'umidità del corpo – tenendolo asciutto – e il calore dal corpo e lo disperde all'esterno.
Assorbe i raggi infrarossi e gli UVA fino al 95%. Gli indumenti in canapa indossati svolgono una funzione schermante alle radiazioni emesse da campi elettrostatici ed a quelle dei telefoni cellulari.
La resistenza agli strappi è tre volte maggiore a quella del cotone e tra le fibre naturali è quella che meglio resiste all'usura.
La canapa è una fibra viva. A motivo di ciò, un capo in canapa esposto all'aria per una notte è in grado di rigenerarsi perdendo gli odori di cui è impregnato e ritrovando tono e morbidezza

La pianta più bio

LA CANAPA NON È L'UNICA FIBRA NATURALE, È PERÒ L'UNICA AD AVERE UNA COSÌ COMPLETA COESISTENZA DI QUALITÀ POSITIVE RISPETTO ALLE ALTRE FIBRE DI ORIGINE NATURALE.
I vantaggi dell'uso della canapa come fibra tessile hanno inizio dalla sua fase di coltivazione: - NON SONO NECESSARI PESTICIDI ED ERBICIDI, che inquinano l'ambiente e aumentano i costi; al contrario, la coltivazione di lino e cotone necessita erbicidi che inquinano e impoveriscono il suolo e dopo alcuni anni non può più essere praticata sullo stesso terreno, a causa della diminuzione del raccolto.
  • non è richiesta alcuna concimazione;
  • la canapa è un efficace CONVERTITORE FOTOSINTETICO DI ANIDRIDE CARBONICA IN OSSIGENO;
  • migliora il terreno in quanto le sue radici rilasciano azoto e assorbono i metalli eventualmente presenti che vanno a concentrarsi nelle foglie (che dovranno essere portate in discarica), mentre la fibra non ne presenta tracce e può essere normalmente utilizzata;
  • la coltura della canapa è AUTO-COMPATIBILE, ossia può essere riseminata per più anni senza impoverire il terreni;
  • le aree di coltivazione possono essere di dimensioni ridotta, poiché le piante vengono seminate l'una vicina all'altra per favorire lo sviluppo verticale.100% utilizzo - 0% scarti

Pianta versatile
Alimentazione
  • Il seme della canapa è un nutriente prodotto alimentare ricco di proteine e olii insaturi, sostanze nutrienti che rendono più lucente pelle e capelli e favoriscono il sistema immunitario.
  • I semi di canapa possono essere usati come legume nelle minestre, macinare e usare come farina, se ne possono lavorare gli estratti in maniera simile alla soia per ottenere tofu o margarina, oppure se ne possono mangiare i germogli in insalata.
  • Olii
  • Da millenni l'uomo utilizza l'olio di canapa per le applicazioni più svariate.
  • Dagli olii nutrienti per il corpo alla base per vernici e smalti di alta qualità.
Medicinali da foglie e radici
Da oltre tremila anni sono diffusi medicinali a base di estratti di canapa e le moderne ricerche hanno confermato che contiene almeno sessanta sostanze attive come medicamento naturale.

  • Farmaci a base di canapa vengono ritenuti utili per la cura di asma, artriti, glaucomi, tumori, epilessia, reumatismi, dolori mestruali, enfisemi polmonari e depressione. 
  • Negli ultimi anni alcuni derivati sono stai usati come antianoressici in soggetti affetti da AIDS e forme tumorali, sottoposti a cure che provocano nausea e riduzione dell'appetito. Energia. La canapa rappresenta una buona fonte di biomassa.
Materiale da costruzione
Tavole per l'edilizia resistenti e leggere e pannelli di truciolato a basso costo, con notevoli proprietà di resistenza al fuoco e d'isolamento termico ed acustico.

Filati e tessuti
  • La fibra contenuta nel fusto della pianta di canapa è stata usata sin dall'antichità per la realizzare filati, corde e tessuti.
  • La fibra di canapa svolse un importante ruolo nella storia della navigazione; ancora oggi LE VELE DELL'AMERIGO VESPUCCI SONO INTERAMENTE IN CANAPA.
  • Il tessuto in fibra di canapa è morbido, assorbente, resistente e caldo.
  • Tele per quadri
  • La tela di canapa è adatta alla pittura ad olio, essendo lucida, con una buona resistenza al calore, alla luce e agli insetti. Fu usata ad esempio come supporto per la Nascita di Venere del Botticelli, nel 1478, una delle prime opere di rilievo dipinta su tela di fibra vegetale.
  • Cellulosa per carta. Da oltre duemila anni la cellulosa ricavata dalla canapa è usata per produrre carta.Il primo libro edito della storia fu la Bibbia di Gutenberg, stampato su carta di canapa nel 1450. 
Materiale edile
Come ad esempio il cordame utilizzato dagli idraulici come guarnizione per le tubature.





Articolo de canvasfibrenaturali.com