sabato 9 novembre 2013

Xeros, lavatrice ''senz'acqua''


L’acqua è uno dei beni più preziosi della terra e la sua difesa deve essere una prerogativa per

ognuno di noi. In tutto il mondo, infatti, l’uso di acqua è triplicato durante la seconda metà del

 secolo scorso e questa tendenza non accenna a cambiare. A questo proposito l’azienda 

inglese Xeros ha progettato una lavatrice che fa del risparmio idrico uno dei suoi punti di forza 

Con l’utilizzo di una sola tazza di acqua e di un po’ di detergente promette di ottenere un 

bucato profumato e pulito alla stregua dei lavaggi normali, anche contro le macchie più difficili.




La tecnologia brevettata da Xeros Ltd è il 

risultato del lavoro svolto dai ricercatori 

dell’Università di Leeds che hanno cercato di 

ridurre la quantità di acqua consumata durante il 

lavaggio. Il segreto di questa futuristica 

lavatrice risiede in 20 chili di chip di plastica, delle 

dimensioni di circa mezzo centimetro l’uno e 

riciclabili fino a 100 volte, che assorbono lo

 sporco presente sui vestiti. I chip vanno 

approssimativamente cambiati ogni 6 mesi.


Ma il guadagno in termini idrici ed energetici è senza precedenti. Se si calcola che 

mediamente una lavatrice tradizionale necessita di circa 35 chili d’acqua per ogni chilo di 

vestiti, i 0,7 litri della lavatrice di Xeros rappresentano davvero un nonnulla. Senza contare, poi,

 il dispendio di energia elettrica per scaldare l’acqua delle lavatrici tradizionali. Con la washing 

machine della Xeros, il consumo di energia elettrica è pari al 2 per cento attuale. Questa 

lavatrice consente quindi di abbattere i propri consumi a livelli inimmaginabili fino a poco

 tempo fa. Ed il risparmio, oltre a livello ambientale, è anche economico.

Di fronte all’emergenza idrica che sta investendo il nostro pianeta, questa lavatrice britannica

, se utilizzata per i lavaggi industriali, potrebbe essere il primo passo per affrontare

 concretamente il problema. La lavatrice Xeros è stata progettata dal Professor Stephen

 Burkinshaw e sarà commercializzata già nell’ arco di quest’anno in Inghilterra.










Articolo de pianeta.it

venerdì 8 novembre 2013

Reversible bag

L'avventura di eco-designer Reversible

L'avventura inizia con una convinzione reversibile
"Si mangia poco, troppo veloce e la cultura dell'usa e getta

influenza il nostro pianeta e anche i nostri desideri. "
Data questa situazione, l'idea ha fatto il suo corso,

Jean-Marc e Marie Imberton, creatori Reversible.

Incatramata del PVC è il mezzo preferito di display advertising. Paradosso inquietante: il suo 
utilizzo è effimero, mentre la sua durata è illimitata. Spesso, dopo l'uso, la copertura termina 
direttamente all'incenerimento.
Un'idea che richiama  la tela incatramata del PVC può diventare verde e di design.

Le questioni ambientali sono d' interesse per l'industria del PVC di: 
​​costruttori e produttori. Entrando in contatto con loro, l'idea emerge:
"Perché non creare un anello, intorno alla tela incatramata del PVC, di vita valorizzando la 
forma di borse e oggetti di designDove ogni prodotto è unico e riciclabile. "









giovedì 7 novembre 2013

Moduli fotovoltaici ''fai da te''



I moduli fotovoltaici a film sottile sono una realtà ormai da tempo. Ma quello che stanno tentando di fare i ricercatori della Oregon State University è un ulteriore salto di qualità che potrebbe consentire di “stampare” le celle solari come si stampa un documento su un qualsiasi foglio di carta, utilizzando la tecnologia inkjet. Il team di studiosi, guidato dal professore di ingegneria ambientale Chih-hung Chang sta infatti tentando di realizzare dei pannelli fotovoltaici a getto d’inchiostro, cercando di rendere il processo abbastanza vantaggioso da consentirne l’applicazione commerciale. I vantaggi che si otterrebbero con l’uso della tecnologia inkjet sono notevoli: oltre a produrre celle solari di spessore molto ridotto, si potrebbe ottenere un significativo risparmio di materiale rispetto alle attuali tecniche di produzione, basati sui cosiddetti processi “di deposizione”. Perché le “stampanti di pannelli solari” diventino realtà, comunque, ci vorrà ancora un po’ di tempo. I prototipi realizzati dall’equipe del professor Chang hanno una resa energetica ancora molto bassa (intorno al 5%), per cui dovremo probabilmente attendere diversi anni prima di poter utilizzare dei moduli fotovoltaici a getto d’inchiostro.
È una strada molto promettente e potrebbe essere un’importante tecnologia per il settore dell’energia solare – ha dichiarato al sito Physorg.com Chih-hung Chang – fino a ora nessuno è stato in grado di creare dispositivi solari Cigs – la sigla indica la composizione delle celle solari tradizionali: rame (copper), indio (indium), gallio (gallium) e selenio (selenium), ndr – impiegando la tecnologia a getto di inchiostro.







                                                                                                                                                                                        Articolo de greenstyle.it

mercoledì 6 novembre 2013

959 di Paolo Ferrari

''Nel lontano 1998, come matricola universitaria alla facoltà di Disegno Industriale al Politecnico di Milano, dovevo fare un'azione di re-design, del valore d'uso ed estetico, di oggetti che altrimenti sarebbero destinati alla discarica.
Ed in quel momento ho avuto la mia prima intuizione. All'inizio fu un cestino per la carta, poichè mi chiesero di fare un contenitore portarifiuti, poi fu una lampada ed infine una borsa, la mia borsa che mi ha accompagnato per le aule dell'università ed ancora mi accompagna per la strada.
Quello che prima era solo un'idea, adesso è un progetto che si è concretizzato'' il 959




La cintura di sicurezza, croce e delizia degli automobilisti, non avrebbe forse mai immaginato di trovarsi nel contesto nuovo, originale e inatteso in cui l’ha messa Paolo Ferrari, creativo designer milanese con una particolare predilezione per la produzione di eleganti oggetti di design a partire da materiali di riciclo. Era ancora studente universitario quando presentò un progetto di studio sul re-design di manufatti altrimenti destinati alla discarica e fu allora che nacque la sua prima creazione con l’utilizzo delle cinture di sicurezza: un cestino per i rifiuti. Poi seguì una lampada ed infine il prodotto che lo ha definitivamente lanciato nel business: la storica linea di borse alla base del brand 959, nato nel 2009, di cui oggi è leader indiscusso.

Ebbene, la grande novità per la primavera/estate 2013 è la nascita, accanto alla consolidata collezione “fashion”, ormai arricchita di tracolle, shopping & weekend bag, bauletti, zaini, ventiquattrore, porta documenti e custodie per notebook e iPad – della nuova linea Home dedicata all’arredo e a chi vuole dare alla propria casa un tocco originale e sorprendente tenendo sempre un occhio al rispetto dell’ambiente959, un nome che sembra solo originale ed invece rivela come le cinture di sicurezza siano da sempre il vero “pallino” di Ferrari. Il 1959, infatti, è l’anno in cui la Volvo, per prima, ne introdusse l’utilizzo “di serie” nelle proprie autovetture.
 L’approvvigionamento di materiali passa incredibilmente fra sfasciacarrozze e rottamatori, dove i nastri in poliestere che costituiscono il “corpo” della cintura sono recuperati, igienizzati e quindi tagliati, eventualmente colorati, cuciti ed assemblati. Unfasten your seatbelts è l’intrigante claim usato per il lancio della nuova linea e che sottolinea la stuzzicante idea che un oggetto nato per “contenere”, legare, immobilizzare come è intrinsecamente la cintura, acquisti nuova vita liberandosi, rinascendo, dando una sensazione di novità. E trovando per sé orizzonti nuovi. La linea Home si compone di diversi originali oggetti d’arredo, primo fra tutti il pouf imbottito di gommapiuma ottenuto con l’intreccio delle cinture recuperate e sistemate su una struttura in pino lamellare, materiale anch’ esso 100% riciclato. Per gli interni la proposta prevede cesti e cestini di ogni tipo, forma e dimensione che si possono utilizzare per accogliere tanti oggetti: dai piccoli svuota-tasche perfetti per chiavi o monetine, a grandi basket – che possono essere costituiti fino al quasi quaranta metri di nastro – per riviste, giocattoli, utensili o tutto ciò che occorre riordinare in casa. 
Altra novità: accanto al classico nero delle cinture di sicurezza, 959 lancia anche la gamma Home Newlife, un nuovo materiale ottenuto dal riciclo delle bottiglie di plastica e che si presenta con un colore bianco opaco dall’ effetto “gessato”. Dulcis in fundo, la linea per esterni “Pot”, dedicata alla decorazione di giardini e terrazzi con una vasta gamma di vasi di diversa dimensione – da quelli piccolissimi per le piante grasse a quelli di 50 cm di diametro adatti anche alle piante da fusto – in grado di dare allo spazio verde di casa un tocco contemporaneo ed originale. Home by 959 si propone quindi come la risposta creativa al bisogno di design, di originalità e di qualità che i nostri ambienti di casa richiedono, nell’ ottica della sostenibilità. Il che non guasta. 959 arricchisce la collezione Home con nuovi oggetti, realizzati utilizzando la materia prima per eccellenza della collezione 959: 
le cinture di sicurezza recuperate. Fanno parte della collezione il pouff/sgabello ed i vasi per esterno di varie dimensioni. Inoltre presenta la collezione Home Newlife,nella versione di colore bianco caratterizzato dall'effetto gessato e dalla mano morbida. Dallo svuota tasche al cesto medio adatto a contenere riviste, i giocattoli dei nostri figli o qualunque cosa non vogliamo sparpagliata per casa.






 Articolo de unadonna.it e 959.it

martedì 5 novembre 2013

L' arte di Yong Ho Ji

L'artista coreano Yong Ho Ji ha dato un nuovo senso al riciclo degli pneumatici.
Con le sue opere della serie ‘Mutant mythos’ da nuova vita alla gomma che ha percorso tanta strada bloccandola nel tempo e nella forma. Alcune sculture ed installazioni d’Arte Contemporanea (di grandi artisti) utilizzate per le campagne del riciclaggio urbano svolgono, in pubblicità, colpiscono più che altro attraverso lo stupore e la meraviglia. Tuttavia si tenga conto che le metropoli e le amministrazioni comunali la parola non la conoscono minimamente perché appena possono guadagnare da biscazzieri su un appalto, fosse anche il giardinetto pubblico per bambini sotto casa vostra non esiterebbero un attimo a concedere l’appalto alla soluzione meno creativa, più dispendiosa, meno pratica e più brutta; insomma il costo della politica. Questa installazioni non solo danno un tocco creativo ad un centro urbano ma fanno riflettere su quanti rifiuti vengono buttati ogni giorno.






Articolo de recycleisfun.wordpress.com 

lunedì 4 novembre 2013

Batyline life

Una riduzione del 50 per cento dell’impatto ambientale, dei consumi di energia, del riscaldamento climatico e dell’uso del petrolio derivante dalla lavorazione delle materie prime e, addirittura, un aumento dell’occupazione. Tutto questo racchiuso in un tessuto, il Batyline, molto utilizzato nell’ arredo per esterni.
Il Batyline è un tessuto composito di poliestere, riciclabile al 100 per cento, grazie a un particolare metodo di riciclo, il Texiloop, organizzato tramite punti di raccolta dedicati che ritirano i vecchi teli e li riciclano. Si tratta di un’iniziativa di un gruppo specifico, Ferrari, che lavora nel campo delle membrane e dei tessuti compositi. Partendo dalla convinzione che l’incenerimento o l’abbandono selvaggio di vecchi teloni all’aria aperta sia nocivo per l’ambiente, ogni tonnellata di nuova materia prima, prodotta da Texiloop, viene a corrispondere ad altrettante risorse ed energie non rinnovabili, che non vengono estratte dalla terra. Tramite la rete di punti di raccolta, tutti i professionisti, a prescindere dalla dimensione della loro attività e al settore di competenza, possono godere dei benefici del riciclaggio.
Anche Lafuma ha scelto questo tessuto per la realizzazione di gran parte della sua produzione, proprio per le sue qualità eco compatibili e anche per la sue prestazioni in termini di resistenza alla deformazione, stabilità, longevità, protezione dalla sporco e dai raggi ultravioletti e resistenza alle temperature estreme. L’ultimo arredo prodotto è la serie di poltrone relax RSXA, pieghevoli e adatte per terrazze e giardini. Si regolano attraverso lo spostamento del peso e, nonostante la sensazione di apparente leggerezza, sono molto stabili e comode.


Articolo de design.repubblica.it