giovedì 28 novembre 2013

Dall'organico al combustibile in due passi


Finalmente una buona notizia: tra qualche anno il pieno si potrà fare direttamente… in discarica, con un notevole risparmio non solo in termini economici, ma anche ambientali. 
Un team di ricercatori degli Argonne National Laboratory (ANL) ha infatti recentemente messo a punto un bioreattore portatile in grado di convertire rifiuti di diverso tipo in un carburante ecologico che può essere immesso direttamente nei serbatoi dei veicoli e dei generatori diesel. 
La produzione di biocarburante dai rifiuti non è certo una novità: già da anni sono in funzione in diversi paesi, Italia inclusa, speciali impianti per la produzione di biogas. Il bioreattore degli ANL produce invece un combustibile liquido che può essere utilizzato senza problemi sia da solo, sia insieme al diesel tradizionale, senza bisogno di apportare alcuna modifica ai motori.

Batteri con i superpoteri
L’Endurance Bioenergy Reactor (questo il nome del bioreattore) può digerire scarti di legno, rifiuti alimentari, erba, fogliame, liquami di fogna e trasformarli in fitolo, un alcool con caratteristiche fisiche e chimiche molto simili a quelle del normale gasolio.
Il segreto di questa scatola magica sviluppata da Phil Laible e dai suoi collaboratori è una famiglia di batteri fotosintetici costruiti in laboratorio che si nutrono di rifiuti organici e producono, come scarto, il prezioso combustibile.
Il progetto è frutto di una collaborazione tra gli Argonne National Laboratories e la US Air Force, che è molto interessata a trovare una soluzione pratica per rendere le truppe dislocate in zone "calde" il più possibile indipendenti dai rifornimenti di carburante. Secondo una statistica dell’esercito a stelle e strisce il 15% degli incidenti subiti dai militari americani in Iraq coinvolge personale di scorta ai convogli di combustibile.

Indistruttibili o quasi
I batteri prodotti dagli scienziati sono inoltre molto resistenti: una volta disidratati per congelamento possono essere spediti in tutto il mondo e sono già pronti all’uso. Basta immergerli nella vasca di fermentazione e grazie all’energia tratta dalla luce possono immediatamente iniziare la loro preziosa digestione.
La tecnologia sembra promettente anche per utilizzi civili,soprattutto nelle zone colpite da catastrofi naturali: un po’ di immondizia e qualche bioreattore potrebbero dare, nel giro di poche ore, corrente elettrica, acqua calda, luce e riscaldamento a un ospedale da campo o a un rifugio d’emergenza.
Secondo gli scienziati un singolo bioreattore potrebbe essere operativo 2-4 giorni dopo la sua installazione e dal quel momento sarebbe in grado di produrre 100-200 litri di fitolo al giorno.





Articolo de focus.it

mercoledì 27 novembre 2013

Ikea per Natale


In vendita da domani l’albero di Natale IKEA che sostiene il WWF. A partire dal 22 novembre chi acquisterà la propria pianta presso uno dei 20 negozi della catena svedese sparsi lungo il territorio italiano potrà contribuire ad aiutare l’oasi WWF di Cratere degli Astroni, in Campania. L’acquisto dell’albero di Natale è solo la prima parte. Al fine di permettere al WWFdi vedere aiutata la propria oasi napoletana è necessario che gli alberi vengano restituiti presso il centro IKEA dove sono stati acquistati. Così facendo ai consumatori spetterà un buono pari all’ importo dell’acquisto (14,99 euro) mentre all’ associazione andranno 2 euro. Ai propri clienti IKEA offre la possibilità di contribuire con ulteriori 2 euro al progetto WWF, scaldandoli in questo caso dall’ importo del proprio buono spesa (che diventerà da 12,99). Il periodo previsto per la restituzione degli alberi acquistati andrà dal 4 al 12 gennaio, mentre il buono potrà essere utilizzato dal 13 gennaio al 2 febbraio. L’oasi WWF Cratere degli Astroni risale all’epoca borbonica e rappresenta uno spettacolare esempio di unicità. All’interno del cratere di un antico vulcano ha trovato spazio una delle ultime foreste mediterranee a farnia nell’area meridionale italiana. Un ambiente a rischio che necessita di un piano di conservazione a tutela della flora come delle specie faunistiche presenti. Il progetto spera quest’anno di migliorare i già incoraggianti risultati ottenuti negli anni passati.    

Gli alberi restituiti dai clienti IKEA negli ultimi 9 anni sono stati più di 150 mila, utilizzati poi per la realizzazioni di fertilizzante naturale o pannelli truciolari. La percentuale di restituzioni lo scorso anno è stata superiore al 50%, con la donazione nel 33% dei casi anche degli ulteriori 2 euro. Un totale di 47 mila euro serviti al WWF per sostenere gli Orsi Bruni Marsicani.



                                                                                                                                          Articolo de greenstyle.it e Ikea.com

martedì 26 novembre 2013

Londra: riscaldamento dalla metro

Oltre 460 chilometri di linea metropolitana, che genera quantità di calore enormi: con inverni rigidi come quelli londinesi, una fonte di energia come questa dev’essere sfruttata. Era questo l’obiettivo che si era posto il sindaco di Londra, Boris Johnason, quando lo scorso luglio ha redatto il piano per fornire calore a 500 abitazioni del quartiere di Islington. 
La sperimentazione della Bunhill Heat and Power permetterà un notevole taglio dei costi per famiglia e una riduzione della CO2 pari a 500 tonnellate annue. In realtà, il piano di sfruttamento del calore di scarto proveniente dalle attività dislocate lungo le linee metropolitane è stato già attuato per 700 abitazioni, con il sostegno di Bruxelles: dall’Unione Europea è arrivato un finanziamento da 1 milione di sterline per il pre test degli impianti. A questo si andrà a sommare un ulteriore finanziamento da 2,7 milioni di sterline dal Consiglio di Islington, che permetterà di estendere l’esperimento a ulteriori 500 case del quartiere. Attuato in collaborazione con l’UK Power Networks e la Transport for London, Bunhill Heat and Power sfrutterà il calore della Northen Line: La metropolitana di Londra genera grandi quantità di calore, che saranno catturate da un pozzo di ventilazione adiacente alla Northern Line e incanalate nella rete che riscalda le case del quartiere.Non solo: Martin Wilcox, responsabile delle reti alla UK Power Networks, ha spiegato che gli “hot spot” possono essere sfruttati in varie parti della città, dalle centrali elettriche alle fabbriche, dagli uffici ai centri commerciali, fino alle reti fognarie. Anche il calore che generano queste attività potrebbe essere convogliato e riutilizzato. Il progetto della Bunhill Heat and Power fa parte di un piano più ampio, annunciato nel rapporto di luglio: produrre almeno il 25% dell’energia complessiva necessaria alla metropoli grazie a “fonti decentrate” entro il 2025.



Articolo de greenstyle.it

lunedì 25 novembre 2013

Camere d'aria


Accessori e abbigliamento
Se vi piacciono gli ecogioielli, non possiamo proprio rinunciare a questo genere di riciclo. Ritagliando e incollando opportunamente le camere d’aria, possiamo trarne degli accessori per rendere il nostro look fuori dalle righe e allo stesso tempo amico dell’ambiente. Collane, anelli, orecchini di ogni tipo: è sufficiente seguire le ultime tendenze e il gusto personale. Se ci serviamo anche di bottoni, pezzetti di stoffa, perline, possiamo riuscire ad avere degli oggetti unici. Si tratta anche di un modo per interpretare la realtà. Ne è un esempio il lavoro di Lorena Giuffrida
un’artista italiana che abbiamo incontrato all’edizione passata della manifestazione So critical so fashion. Parte dai materiali di scarto delle biciclette, per creare collane e braccialetti, con l’aggiunta di altri “reperti” come ad esempio i galleggianti delle boe. Innovazione e artigianato made in Italy partendo dal riciclo creativo. Un altro porgetto molto interessante è quello portato avanti da dei ragazzi di Torino, con Crosser. Dalle camere d’aria si creano infradito, pezzi di borse, bigiotteria e tanto altro ancora. Le loro creazioni hanno avuto un posto di rilievo durante la manifestazione Fa’ la cosa giusta. Per ciò che riguarda l’abbigliamento possiamo usare l’esempio della linea di moda ideata da uno stilista olandese, il quale ha pensato di sfruttare il carattere impermeabile delle camere d’aria per dei resistenti costumi da bagno.





Mnmur  nasce a Torino nel 2008 con un approccio al design basato sulla sostenibilità e sulla manualità artigiana. 
Elementi fondamentali del processo creativo sono un’attenta ricerca formale e la sperimentazione diretta su materiali di scarto; questo consente di verificare la fattibilità delle idee, di evolvere i modelli ottenendo a volte risultati del tutto casuali che portano ad avere grandi soluzioni. 
mnmur realizza i propri oggetti a mano e in piccoli numeri, recupera e reinventa tecniche di lavorazione appresi in maniera autodidatta.
L’autoproduzione è il sistema applicato nella gestione dell’intero processo progettuale, questo rappresenta un allontanamento dal mercato di massa, dallo sviluppo del business e dalla omogenizzazione del prodotto per una più concreta espressione della propria individualità, creatività e responsabilità etica.
Le creazioni si basano sull’idea di praticità e funzionalità e sono pensate per offrire un prodotto che duri nel tempo e di elevata qualità. 
Tutti i prodotti sono fatti a mano, creati a partire da semplici forme geometriche, caratterizzati da un gusto per i dettagli inattesi e dal tocco personalissimo che rende ciascun pezzo unico.
L’estetica è lineare, minimalista, lo stile è contemporaneo con accenni vintage. Tutta la linea è monocromatica, contraddistinta da una ricerca grafica della composizione o dall’inserimento di colori che creano netti contrasti con il materiale.
mnmur crea una collezione di modelli che parlano sia agli uomini che alle donne, indossabili in ogni occasione, ciascuno con una storia dentro.

mnmur progetta e realizza una collezione di borse e accessori principalmente dal riciclo di camere d’aria di bicicletta.
Fonte principale di ispirazione è la cultura urbana e l’ambiente circostante.