sabato 26 ottobre 2013

''Abbreviazione'' di Eco Design

Ecco alcuni risultati del riutilizzo della carta che gettiam via, moduli di cartone studiati appositamente per collocarsi nel nostro spazio domestico, sia da interni che da esterni. Questi sono solo un piccolo assaggio di ciò che si potrebbe realmente progettare, si può spaziare dalle illuminazioni alle decorazioni murali, dai piccoli mobili ai ''serramenti'' interni, dai rivestimenti o isolamenti all'ogettistica come soprammobili, quindi un vasto, direi vastissimo, spazio dove ricollocare i nostri giornali oramai letti, riletti e diventati superflui. Bisognerebbe incentivare di più il riutilizzo, ma ciò deve partire dai più ambiziosi e dalle istituzioni. 
Il mondo potrebbe cambiare e non di poco, anche con l' aiuto di energie rinnovabili ricavate in spazi privati, insomma ''tra le mura domestiche'' come i pannelli fotovoltaici collocati sui nostri tetti ad esempio. Cominciamo ora! Magari i nostri nipoti abiteranno in un ambiente più pulito ed eco-sostenibile!



venerdì 25 ottobre 2013

Mattoni che abbattono le emissioni di Co2

Parlare di mattoni “bio” può sembrare esagerazione oppure propaganda, ma in realtà si tratta di una definizione appropriata per la nuova tecnologia sviluppata da un’ azienda americana che“cresce” i mattoni con processo simile alla formazione dei coralli o delle conchiglie.

Il processo prevede la cristallizzazione della sabbia per opera  di batteri; gli input sono le sostanze nutritive per i batteri, la sabbia, azoto, calcio e acqua, quest’ultima utilizzata a ciclo chiuso.
La conseguenza più importante è l’eliminazione della cottura in forno, causa significativa di emissioni di CO2. Nei paesi più poveri i mattoni sono prodotti trattando l’argilla a 2000 °C per qualche giorno. Si stima che in questo modo ogni anno vengano prodotti oltre 1200 miliardi di mattoni, con emissioni di CO2 pari a 800 milioni di tonnellate, ovvero il 10% delle emissioni di America Latina, Africa e Asia (con esclusione di Australia, Cina e Giappone).
Questo nuovo materiale potrebbe anche sostituire i mattoni di cemento, anch’essi piuttosto comuni in Africa e America Latina, eliminando un’altra fonte di gas serra: come rilevato altrove, ogni tonnellata di cemento genera 0,7 t di CO2.
Non ci sono ancora indicazioni sulla produttività del processo, né sull’area agricola necessaria a produrre gli zuccheri per le necessarie colture batteriche; tuttavia ritengo che avere la pazienza per aspettare il “raccolto di mattoni” potrebbe essere un buon prezzo da pagare per il futuro del pianeta.


Articolo de ecoblog.it

lunedì 21 ottobre 2013

Deodoranti per ambienti


Zaffate di fumo o di fritto, puzza di chiuso e il delicato "effluvio" proveniente dalla sacca della palestra: a nessuno piacciono i cattivi odori che si possono diffondere in casa, ma le soluzioni chimiche a questo inconveniente potrebbero rivelarsi peggiori del problema. Molti deodoranti per ambienti - i cosiddetti "air freshener" ma anche alcuni tipi di candele profumate, bastoncini d'incenso o diffusori di aromi - contengono sostanze chimiche dannose per la salute: tra le più pericolose da segnalare troviamo gli ftalati, che in alcuni studi su roditori hanno mostrato di creare problemi a fegato, reni e allo sviluppo delle ghiandole sessuali; benzene e formaldeide, che sono stati correlati a rischio di danni neurologici e cancro; e composti organici volatili irritanti per naso, occhi e gola che possono causare mal di testa e nausea, nonché aggravare le condizioni di salute degli asmatici. Molte di queste sostanze semplicemente coprono gli odori, ma non li neutralizzano o, peggio, si depositano temporaneamente nelle nostre cavità nasali alterando la percezione olfattiva.

Come fare, quindi, per avere una casa profumata ma attenta alla salute dei suoi abitanti e dell'ambiente? Innanzitutto, al momento dell'acquisto consultate attentamente l'etichetta. La dicitura "naturale" non implica che il prodotto sia al 100% privo di componenti chimiche dannose. Inoltre, esistono comunque valide alternative innocue per l'organismo, ecosostenibili e altrettanto piacevoli.

Aprite la finestra

Sembrerà banale adesso, ma fatelo a metà dicembre, con il termometro pericolosamente vicino allo zero! Bastano pochi minuti per far "respirare" la casa (ma non esagerate, o ci rimetterete in spese sul riscaldamento). In caso di odori pungenti e sgradevoli, un metodo efficace è disseminare nei punti critici piccoli contenitori di bicarbonato di sodio o aceto; mezzo limone cancella le zaffate sgradevoli di frigoriferi e lavastoviglie, mentre per neutralizzare le fragranze di cibo stagnanti basterà immergere chiodi di garofano e cannella in una casseruola con acqua tiepida.

Staccate la spina

Togliendo dalla corrente i diffusori per aromi ricaverete anche il piacevole effetto collaterale di risparmiare energia. Create in casa il vostro deodorante per ambienti personalizzato riempiendo una bottiglia spray riciclata con acqua distillata e qualche goccia di olio essenziale ricavato senza pesticidi, agli agrumi o all'eucalipto. Le bucce di arancia, mandarino o pompelmo lasciate nel locale che intendete profumare sono un'altra valida soluzione che non delude mai.

Aromatiche e fiori secchi

I classici sacchetti riempiti di lavanda (ma anche, per esempio, timo, rosmarino, salvia e petali di rosa) diffonderanno un aroma delicato in tutta casa, ma se preferite avere a che fare con vegetali vivi allenate il vostro pollice verde: le piante domestiche migliorano significativamente la qualità dell'aria che respiriamo assorbendo anidride carbonica e tossine.


Articolo de focus.it

Borse in sughero di Silvia Massacesi

Il riciclo creativo di alcuni materiali può diventare un modo per far emergere delle realtà made in Italy d’eccellenza, portati avanti da giovani talentuosi, che dopo studi e non poche difficoltà sono riusciti ad affermarsi nel difficile panorama nazionale, in piena crisi economica. E’ questo il caso delle loro borse di sughero e carta riciclata del progetto Trasformazione Est-Etica, di Silvia Massacesi, realizzato con l’aiuto di Davide Mariani, che abbiamo incontrato al So Critical So Fashion 2013. 
Ci hanno raccontato l’iter dell’idea, mostrando anche la creatività e la determinazione necessaria per una buona idea. Il tanto criticato distacco tra design accattivante e sostenibilità qui non sembra esserci, e le creazioni che vedete non sembrano avere nulla da invidiare a quelle delle boutique con materiali convenzionali. “Il brand Silvia Massacesi è nato dagli studi della mia tesi di laurea, in cui affrontavo i temi della moda sostenibile. L’obiettivo della tesi era quello di creare un prodotto di moda che però allo stesso tempo rispettasse l’ambiente – ci racconta Silvia – Ho fatto molta ricerca in materia e il risultato è una collezione di borse con dei materiali di riciclo, principalmente il sughero e la carta riciclata”Curiosando tra gli stand della manifestazione milanese, quest’idea è saltata subito all’occhio proprio per la domanda che sorge spontanea: com’è possibile non far deteriorare materiali come la carta e il sughero?
“Ho fatto un grosso studio sui materiali, in particolare per rendere il sughero flessibile ma resistente e la carta impermeabile – continua Silvia – Sono riuscita a trovare delle resine naturali che riescono a impermeabilizzare la carta”. La materia prima di partenza, il sughero, inizialmente si sgretolava e ha creato non pochi problemi: “Con l’aiuto di un’azienda di sughero siamo riusciti a raggiungere il risultato di un materiale flessibile e resistente, che ha permesso la produzione della collezione e la nostra entrata sul mercato” raccontano Silvia e Davide. Molta attenzione anche per i particolari della borsa: “All’interno, per il rivestimento, usiamo della canapa organica, per rendere la borsa il 100% sostenibile. Tutti i modelli hanno poi una tracolla, fatta con gli stessi materiali, per una soluzione più elegante o più casual” spiega Davide.
Il progetto non è passato inosservato agli addetti ai lavori, vincendo il Primo premio del Comitato Leonardo “Moda e Sostenibilità”, per essere poi successivamente selezionato per la Vogue Fashion Dubai Experience. Non solo prodotti riciclati, quindi amore per l’ambiente, ma anche Made in Italy, in un momento dove c’è sempre di più il rischio reale di perdere tutta la nostra tradizione, riconosciuta a livello mondiale, a discapito di una produzione globalizzata, che punta solo alla quantità e priva d’originalità: “Le lavorazioni sono tutte artigianali, quindi uniamo la tradizione artigianale italiana con le nuove tecnologie, soprattutto per quanto riguarda l’intaglio del sughero – ci dice Davide – Dopo questo passaggio iniziale, io lo assemblo e Silvia fa il disegno”. Il prodotto finale vuole lanciare una sfida: far emergere il meglio della spina dorsale italiana, ovvero la piccola e media impresa, con l’artigianalità che tutti ci invidiano, premiando l’attenzione per l’ambiente.



Articolo de ecoo.it

Bike sharing

Il bike sharing è un vero toccasana per l'ambiente e la mobilità cittadina, ma è davvero sicuro per chi lo sfrutta? L'argomento è, negli USA, di scottante attualità: tre settimane fa è stato infatti inaugurato a New York, un imponente servizio di city bike, con 6 mila bici e 330 stazioni a disposizione tra Manhattan e Brooklyn.

Dopo il boom di iscrizioni (erano già 21.300 a tre giorni dall'avvio) sono arrivati anche i primi incidenti. Ma gli esperti rassicurano: la presenza di un servizio di bike sharing migliora la sicurezza di tutti i ciclisti, anche di chi usa la propria bici.

Più tutele, ma non basta

«Molti studi dimostrano che maggiore è il numero di ciclisti in una comunità, minore sarò il rischio, per loro, di fare incidenti con gli automobilisti» ha spiegato al Time David Vlahov dell'Università della California (San Francisco) «probabilmente perché questi ultimi imparano ad aspettarsi la presenza di più persone che vanno in bici».

Purtroppo, ancora oggi gli incidenti in bici sono responsabili, nella sola città di New York, di 800 morti e 500 mila visite al pronto soccorso ogni anno. In Italia, nel 2011 sono stati 16.171 i morti e feriti per incidenti in bici. Tra le principali cause di sinistro ci sono le sportellate degli automobilisti che aprono la portiera senza prima controllare l'eventuale presenza di un biker in arrivo. Un'abitudine che in Olanda si previene alla scuola guida: agli automobilisti viene insegnato ad aprire la portiera con la mano destra, in modo che siano obbligati a girarsi su se stessi e controllare la strada prima di scendere.

Altre attenzioni salvacicilisti sono la creazione di infrastrutture ad hoc - come piste ciclabili protette e colorate a bordo strada, o una segnaletica stradale dedicata - e naturalmente l'attenzione degli stessi biker metropolitani: i ciclisti che mentre pedalano mandano sms, parlano al telefono o con un altro ciclista hanno il doppio di probabilità di incorrere in un incidente.




Articolo de focus.it

domenica 20 ottobre 2013

Il nuovo boeing 787

Volare in aereo potrà sempre più essere anche una scelta di mobilità sostenibile: in questi giorni, infatti, verrà inaugurato nei pressi di Seattle il nuovo boeing 787, un aereo super leggero che punta a cambiare le dinamiche dell’aviazione commerciale. Il nuovo bolide, infatti, ha già ottenuto il soprannome di Iphone dell’aviazione. Costruito con una specifica fibra di carbonio, il nuovo boeing mira a raggiungere la piena efficienza energetica: il notevole risparmio energetico che questo aereo può garantire lo fa apparire come un investimento sensato, a tal punto che sono già stati prenotati più di ottocento esemplari da diverse compagnie aeree. 
Lo sviluppo sostenibile nell’area dei trasporti passa anche per questa innovazione tecnologica, una nuova proposta che mira a migliorare sia il comfort per i passeggeri che la sostenibilità ambientale basti pensare che i nuovi veicoli dei cieli permettono di tagliare del 60% l’inquinamento acustico.




Articolo de ecoo.it

Riciclo dei rottami aerei


Si calcola che entro il 2020 dovranno essere dismessi almeno 12.000 aerei. A cui, secondo la Aircraft Fleet Recycling Association, ne andrebbero aggiunti almeno altri 2-3.000, letteralmente abbandonati in vari paesi del mondo (soprattutto in quelli in via di sviluppo). Che cosa ce ne facciamo di tutti questi giganti del cielo? Se alcuni pezzi, soprattutto componenti dei motori, possono essere utilizzati su altri aerei, per i rottami c'è chi ha trovato soluzioni molto creative. 

 Mobilia
La MotoArt ha fatto del riciclo di pezzi degli aerei un business milionario trasformandoli in arredamento: tavoli, credenze, persino letti. Mentre i "carrelli" che hostess e steward utilizzano per portare le bibite sono il pezzo forte di un'azienda tedesca, che li restaura e li vende come preziosi accessori per la casa. 

Pavimenti
A differenza dell'alluminio usato per le lattine, completamente riciclabile, quello degli aerei è composto di leghe che lo rendono particolarmente robusto e per questo difficilmente riciclabile. La Ecoverings però ci è riuscita, trasformandolo in bio-luminum che può essere usato per piastrellare i pavimenti e per il bagno (da pulire poi con un detergente per i metalli). Ogni piastrella è facilmente tagliabile e applicabile con uno strato di silicone.

Barche
Il materiale degli aerei si presta a essere utilizzato anche per la navigazione. Certo, la forma della Cosmic Muffin, una nave passeggeri che opera nelle acque della Florida (Usa), creata riciclando il Boeing B-307 di Howard Hughes, è curiosa.

Case e hotel 
Wing House
La Wing House di Malibù in California di  David Hertz  ne è l'esempio più famoso: una casa costruita con pezzi di un aereo, a cominciare dal tetto formato dalle ali dello stesso aereo. 


Ma ci sono anche gli hotel, come il Costa Verde, in Costa Rica, che ha preso un vecchio Boeing 727 e l'ha trasformato in una suite… sull'albero. A Stoccolma hanno fatto lo stesso con un Boeing 747, il Jumbo Stays. La differenza è nel paesaggio e nei prezzi: l'hotel jumbo di Stoccolma è infatti un ostello per viaggiatori low budget.

Reef (artificiali)
L'utilizzo più ecologico dei rottami degli aerei è quello che ne ha fatto la Artificial Reef Society of British Columbia: l'aereo, un boeing 737, è diventato un reef artificiale che ora ospita 100 specie di creature che di solito popolano la barriera corallina (la ARS utilizza anche vecchie navi a questo scopo).

Borse
Anche le cinture di sicurezza possono tornare utili: l'australiana Rush Faster si è specializzata nella realizzazione di borse per notebook e computer che al posto della tracolla hanno una resistente cintura di sicurezza riciclata. 

Biblioteche e tram
E se la fusoliera di un aereo ospitasse scaffali di libri? Certo per una biblioteca come si deve  ce ne vorrebbero almeno 200, secondo gli architetti della Lot-Ek che hanno presentato il progetto a Città del Messico. "La fusoliera - si legge sul loro progetto - è l'unica parte di un velivolo che non può essere effettivamente riciclata. Il costo della sua demolizione è superiore al profitto di rivendita di alluminio. Pertanto, una quantità enorme di fusoliere giaceva scartato nei deserti degli stati occidentali. Boeing 727 e 737 sono storicamente gli aerei commerciali più venduti e quindi il più comune in questi "cimiteri". E vengono venduti a prezzi molto bassi, completamente vuoti ma in ottime condizioni strutturali". Per ora è solo un'idea, così come il progetto della Sky Tram di trasformare i vecchi aerei in disuso in avveniristiche metropolitane… volanti. In questo caso la destinazione d'uso cambia davvero poco. 




Articolo de focus.it