domenica 6 ottobre 2013

Riuso delle cambine telefoniche

Trasformare le migliaia di cabine telefoniche, ormai inutilizzate, in stazioni di ricarica per i veicoli elettrici. È da tempo che New York City sta cercando di capire cosa fare dei suoi attualmente inutili telefoni pubblici a pagamento. Usati oggi solo come cartelloni pubblicitari, orinatoi o luoghi per vomitare, c'è già chi ha pensato di rivalutarli facendone delle mine librerie per il book crossing.

Il contratto di 15 anni della città con i suoi fornitori di telefonia a pagamento, infatti, scade il prossimo anno. E per trovare un nuovo modo di utilizzare le 12 mila cabine sparse nella Grande Mela, si è pensato di trasformarle in stazioni di ricarica per veicoli elettrici, attrezzando ovviamente aree di parcheggio appositamente dedicate.Ma i cittadini della Grande Mela hanno un'altra idea: bisognerebbe trasformarli in stazioni di ricarica per veicoli elettrici. È questo, infatti, uno dei progetti più brillanti emersi dai designer e architetti che hanno partecipato al concorso "Reinvent Payphones Design Challenge". Il loro obiettivo era quello di rispondere, con dei progetti, alla domanda: "come può New Yorkreinventare le cabine telefoniche per rendere la città più accessibile, più sicuro, più sana, più verde e più informata?".
Mark Johnston, presidente di Van Wagner, ha accolto con favore l'idea e in un'intervista telefonica l'ha reputata una sfida interessante. Ma "Ci sono domande a cui rispondere circa l'assicurazione o su quanto tempo una macchina potrebbe essere parcheggiata lì", aggiunge il Presidente.
Anche Rahul Merchant, a capo del "Department of Information Technology and Telecommunications" della città è interessato e ha descritto la conversione in stazioni di ricarica come "una grande idea che dovremmo assolutamente applicare". Ad oggi, certo, non c'è abbastanza potenza elettrica in rete per trasformare i chioschi in stazioni di ricarica per le auto elettriche, ma presto, forse, le cose potrebbero cambiare. E noi dovremmo prendere esempio da chi sa reinventare il proprio arredo urbano.




Articolo de greenme.it